3 ottobre 2024
di Paolo Baroni
Una sola ora di tempo perso a causa di un problema ai treni vale 20 euro a persona, per cui si può immaginare che il guasto che ieri ha scombussolato per tutta la giornata il traffico ferroviario in tutta Italia con decine e decine di treni cancellati, tra frecce, Intercity e regionali, ai soli passeggeri di Roma abbia provocato danni compresi tra 20 e 40 milioni di euro solo considerando la perdita di tempo, che in molti casi ha superato anche le 4 ore. A queste cifre occorre poi aggiungere quello che si potrebbero definire come « danni collaterali», ovvero le coincidenze con altri treni e aerei andate perse, i biglietti ferroviari acquistati in alterativa a quello che si possedeva, i costi degli eventuali alberghi per far ovviare ai tanti soggiorni forzati nelle città di partenza di tante persone. Oltre a Roma bisogna poi considerare i disagi subiti da tutti gli altri passeggeri in partenza da Salerno, Napoli, Firenze, Bologna, Milano, Torino, Venezia solo per restare all’alta velocità, e da tutte le altre città piccole e grandi raggiunte da Intercity e regionali.
Francesco Ramella, direttore di Bridges Research, think tank indipendente che effettua ricerche nell’ambito delle politiche dei trasporti, spiega che i 20 euro sono il valore standard che in media viene attribuita ad una sola ora di tempo guadagnata o persa nell’ambito dei trasporti. Per cui ipotizzando che circa 200 mila dei 500 mila passeggeri che ogni giorno partono da Termini ieri sono caduti vittime dei ritardi, perdendo in media 4 ore ciascuno, il totale del danno arriva a 16 milioni di euro. Un conto già salato che potrebbe salire sino a quota 40 milioni nel caso a fine giornata la totalità dei passeggeri in transito da Roma accusassero ritardi tanto pesanti.
La cronaca della giornata di ieri ci dice il conto totale sarà più vicino alla parte alta della forchetta che a quella bassa. Ieri in molti casi i ritardi hanno infatti superato abbondantemente i 240 minuti, tantissimi poi i treni cancellati. Tra l’altro, sempre ieri, non è andata il tilt solo la stazione di Roma Termini, ma guasti alle linee (per fortuna di minore entità) si sono registrati anche sulla Bologna-Ancona, sulla Pisa-Roma e la Torino-Bardonecchia. In pratica «una tempesta perfetta» commentavano ieri alle Ferrovie, proprio nel giorno in cui in pompa magna il gruppo si apprestava a lanciare il nuovo brand «Regionale» dei treni locali.
Stando a quanto reso pubblico dalle Fs sul sito «Viaggiatreno» alle 17.30 di ieri, ovvero 11 ore dopo la scoperta del guasto alla centralina elettrica di Termini, ben 38 tra treni ad alta velocità e intercity risultavano cancellati, ed altri 36 lo erano parzialmente, 54 presentavano ritardi superiori ai 60 minuti, 9 frecce si sono fermate a Tiburtina anziché a Termini ed altre 4 hanno proprio saltato la fermata nella principale stazione della capitale. Annullati anche un centinaio di treni regionali tra Lazio, Umbria, Campania e Abruzzo.
I ritardi legati a guasti e incidenti di vario tipo sono purtroppo una costante di un sistema ferroviario sempre più congestionato, a cui poi si aggiungono le classiche cause di forza maggiore legate agli eventi meteo. In media, stando ai dati riferiti alla sola alta velocità, tra gennaio e giugno, 8 treni su 10 hanno viaggio puntuali (ovvero con un ritardo inferiore ai 10 minuti), un dato sostanzialmente in linea con quello del 2023. Poi è arrivato luglio, mese in cui sono usciti dai binari due treni merci (uno è sviato a a Parma il giorno 11 ed uno tra Salerno e Paola il 22) ed i conti sono saltati: l’indice di puntualità è infatti franato dall’80 al 61,1%. In pratica 4 treni su 10 hanno subito ritardi. Solo tra il 16 ed il 25 luglio, segnala il Codacons, si sono registrati 74 casi di rallentamenti o sospensioni della circolazione lungo la rete ferroviaria italiana non dovuti a cause di forza maggiore.
Ad agosto la situazione è migliorata appena (75% di treni puntuali), ma dal calcolo sono stati esclusi in quanto programmati gli effetti del piano di lavori straordinari previsti sulla linea ad alta velocità tra Roma e Firenze e sulla Bologna-Milano che a sua volta, a cavallo del Ferragosto, ha comparto significativi aumenti dei tempi di percorrenza. Sempre secondo il Codacons tra l’1 ed il 15 di agosto si sono registrati ben 104 casi di forti rallentamenti o interruzioni della circolazione non legate a cause imputabili al maltempo (alberi sui binari, frane, incendi, ecc.) ma dovuti principalmente a problemi tecnici ai convogli, guasti alle linee elettriche o anomalie dei passaggi a livello.
A settembre, anche a causa dei ritardi con cui si sono protratti i lavori agostani sull’alta velocità, la qualità dei collegamenti effettuati da Trenitalia e Italo non è migliorata, anzi: il tasso medio di puntualità è infatti sceso al 73%. E lo stillicidio di disagi continua visto che ancora nell’ultima settimana (26 settembre-2 ottobre) si sono contati altri 9 guasti. «Guasti ai treni e problemi alla linea Av si verificano con eccessiva frequenza e determinano disagi enormi per gli utenti, con ritardi che in alcuni casi possono superare i 180 minuti» commenta Carlo Rienzi. Per questo, aggiunge il presidente del Codacons, «al di là dei rimborsi dei biglietti in caso di mancata partenza e degli indennizzi automatici previsti dalla normativa, occorre pensare a forme di risarcimento per i passeggeri proporzionate ai disagi subiti e adeguate al danno patito dai viaggiatori».