Ferpress del 13 settembre segnala che in un convegno tenuto a Roma il giorno prima è stato presentato ancora una volta un robusto studio a sostegno dell’analisi costi-benefici, con la presenza plaudente di FSI, qualche politico, e note imprese private. Per i trasporti, si sostiene miracolosamente che nei prossimi 18 anni (non 17 o 19), le analisi costi-benefici, fatte dai promotori dello studio (certo su un’infinità di progetti), darebbero risultati di un valore aggiunto di 119 miliardi (non 118 o 120). Cioè se non si facessero tutte queste opere la collettività avrebbe una perdita di benessere corrispondente, assolutamente terribile. Altro che Grandi Opere! Bisognerebbe letteralmente lastricare il paese di nuove infrastrutture.

E’ davvero un risultato meraviglioso. Infatti ogni singola analisi costi benefici, come è noto, richiede la raccolta di un’infinità di dati, molti mesi di lavoro, e costi corrispondenti. E spesso i risultati sono controversi. Poi il centro di ricerca che presenta lo studio è anche celebre perché, caso probabilmente unico al mondo, non ha mai trovato nelle sue moltissime analisi un progetto di spesa che desse risultati negativi (o perlomeno non risulta ne abbia pubblicati).

Peccato che la metodologia usata, davvero molto peculiare, abbia pochissimo a che vedere con la vera analisi costi-benefici, che evidentemente anche gli interlocutori plaudenti e finanzianti di quel convegno ignorano. D’altronde per ottenere ampi consensi, e anche risorse corrispondenti, cosa c’è di meglio che dire sempre sì ai soggetti interessati alla spesa, soprattutto pubblica?

Poi la mirabile metodologia usata (del tutto innovativa nel panorama scientifico internazionale) potrebbe essere usata con successo, dati i risultati, anche a livello europeo, o addirittura mondiale, raggiungendo probabilmente valori di migliaia di miliardi di “costi del non fare”. Peccato che per i paesi sviluppati, cioè quelli che capiscono cosa sia una analisi costi-benefici, probabilmente ci sarebbero, al contrario delle cifre superottimistiche presentate per l’Italia, risultati micidiali, nel senso che moltissimi morirebbero dal ridere.

Marco Ponti

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