25 gennaio 2022
di Marco Ponti
Le caratteristiche della mobilità stanno cambiando, e il cambiamento accelererà. Vediamone i principali fattori. Innanzitutto cambierà la domanda di trasporto: il lavoro in remoto era una tendenza già in atto prima della pandemia, come era già in atto la terziarizzazione delle attività produttive: più lavori di ufficio e servizi sofisticati, meno fabbriche. I due fenomeni sono concomitanti, e le più recenti stime (cfr. The Economist) indicano che prima del virus il circa 20% dei lavoratori era favorevole, oggi ci si avvia al 30%. Gli impatti sulla produttività non sono univoci, ma è certo che le valutazioni delle imprese sono almeno non negative.
Nelle aree metropolitane come quella lombarda, questo spingerà a residenze in aree più esterne, meno costose e più verdi, e ridurrà la pendolarità. Una serie di servizi urbani (ristorazione ecc.) ne soffrirà, ma se ne gioveranno i centri oggi ridotti a dormitorio, che si vivacizzeranno. Anche gli effetti antropici dell’inquinamento diminuiranno: nelle aree meno dense si riduce “l’effetto canyon” degli inquinanti, più facilmente dispersi dagli agenti atmosferici.
Minor pendolarità comporta anche minor congestione (fonte primaria dell’inquinamento da traffico in aree dense).
Prosegui la lettura su ArcipelagoMilano