Ferrovie: consigli non richiesti da un ferroviere elvetico

Un j’accuse senza mezzi termini: è quello che ha lanciato qualche giorno fa Benedikt Weibel, ex presidente delle Ferrovie Federali Svizzere suggerendo uno stop a tutti i potenziamenti della rete ferroviaria decisi dal Parlamento. Dice Weibel: “il fondo per i progetti ferroviari ha portato a un concerto sfrenato di richieste: non si chiedono miglioramenti dei servizi ma investimenti su larga scala, costi quel che costi”. Il riferimento è alla Svizzera ma le sue parole si applicano perfettamente anche all’Italia e, in particolare, al PNRR.

Per l’ex numero uno delle FFS l’approccio seguito sarebbe addirittura illegale perché contrario alla legge federale sulle ferrovie in base alla quale: «Le misure previste nelle fasi di ampliamento si basano su una prova della necessità e su un’analisi dell’offerta effettuata secondo criteri di economia aziendale e macroeconomici». Come non pensare alle valutazioni, tutte positive senza eccezione alcuna, degli investimenti ferroviari nel nostro Paese?

Un terzo parallelismo può essere tracciato con riferimento ai risultati ottenuti. Infatti, nonostante gli ingenti investimenti la quota di mercato della ferrovia non cresce. E si può aggiungere che, nonostante l’eccellente offerta, la strada soddisfa nel Paese elvetico sostanzialmente la stessa quota di domanda dell’Italia: 79% da loro e 81% da noi. La vera differenza è che in Svizzera sono molti di più gli spostamenti in treno e molti meno quelli in autobus (notoriamente meno costoso del primo).

L’ultimo suggerimento di Weibel è quello di “sfruttare meglio quello che c’è”. In molti casi sarebbe possibile accrescere l’offerta dei servizi senza investimenti infrastrutturali ma rivedendo la modalità di circolazione dei treni e di utilizzo del materiale rotabile.

Sembrerebbe opportuno raccoglierlo anche perché, a differenza del paese alpino, lo stato della nostra finanza pubblica è assai poco tranquillizzante e più gravi sono le conseguenze del cattivo uso delle scarse risorse pubbliche.

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