L’importanza delle analisi finanziarie

Le infrastrutture possono essere pagate dagli utenti, o dai contribuenti con le tasse, in tutto o in parte. La teoria economica dice che, essendo monopoli naturali, se le pagano i contribuenti è meglio, saranno più utilizzate. Ma dice anche che se lo Stato è molto indebitato, questo tende a non essere più vero. Inoltre, il principio vale per tutte le infrastrutture nello stesso modo, mentre la politica ha scelto diversamente: le strade con le tasse sulla benzina (e le autostrade anche con i pedaggi) le pagano gli utenti, le ferrovie, anche AV, le pagano i contribuenti. Il motivo è banale ma drammatico: se le ferrovie dovessero pagarle anche solo in parte gli utenti, le prenderebbero in pochi (andare da Milano a Roma in AV costerebbe in media 300€). Per i porti e gli aeroporti spesso si fa a metà.

Ora, sulla questione “chi paga?” manca ogni serio dibattito: siccome per quasi tutti i politici del settore l’obiettivo è spendere, il criterio vero è “faccio pagare agli utenti quando son contenti di pagare, altrimenti prendo i soldi dai contribuenti”.

Ma le ferrovie non inquinano, le strade sì. No, sono i veicoli che inquinano, le infrastrutture inquinano nella fase di costruzione in modo quasi identico tra loro. Bisogna far sì che i veicoli stradali inquinino di meno, e lo si sta per fortuna già facendo da sempre, con tasse sulla benzina e standard europei di emissione, e il processo accelererà.

Ma in pratica, nella valutazione dei progetti, come si può dare un peso adeguato alla questione di chi paga, cioè agli aspetti finanziari? Le analisi del tipo costi-benefici dovrebbero dirci se e quanto un progetto è utile, indipendentemente da chi la paga. Per gli aspetti finanziari, si calcola quanta parte del costo è recuperato dai pedaggi, in modo da avere il costo netto per lo Stato, e su questo, in quasi tutto il mondo, si calcola il “peso” che l’incremento di tassazione comporta per la collettività. Questo può variare da pochi punti percentuali al 20-30% dell’investimento. Ma in Italia per il PNRR si è deciso che questo calcolo non sia opportuno. Meglio non correre rischi che i progetti ferroviari, che costituiscono la maggioranza della spesa e son tutti a carico dello Stato (o dell’Europa), non risultino fattibili. E, per di più, non sono stati calcolati i costi ambientali di cantiere spesso molto elevati e tali da ridurre sensibilmente, quando non azzerare, il beneficio netto in termini di riduzione delle emissioni di CO2. Meglio essere prudenti, no?