25 marzo 2025

di Marco Ponti

Ecco qui un elenco di idee qui ripetute più volte, cui sostanzialmente non è mai stata data risposta. Alcune sono un po’ utopiche, ma solo perché i decisori politici le rendono tali: riguardano il caro-casa, la concorrenza per i taxi, e una gara vera per l’ATM.

Ma altre sono verosimili e urgenti: dare risposte al problema delle soste vietate, rendere di nuovo frequenti le corse del TPL, e soprattutto ridurre gli scioperi e gestirli meglio.

Iucunde repetita iuvant.

Taglio delle corse di superficie

Abbiamo un assessore alla mobilità che ha sostenuto che non vuole più macchine a Milano “nemmeno elettriche”. Ma ATM ha tagliato le frequenze alle linee di superficie, “perché non trova autisti”, spingendo molti utenti sui mezzi privati. Ovvio, paga troppo poco gli autisti rispetto ai costi dell’abitare a Milano. Deve pagarli di più.

Dice che lo Stato non gli dà abbastanza soldi (nb. più di un milione al giorno di sussidi). Che provi a diventare più efficiente, o ad alzare le tariffe, escluso per le categorie a più basso reddito.

Gara ATM

Sarà a lotto unico per l’intera area comunale, in modo da garantire che sarà una gara finta. Infatti mai farà un serio sforzo per partecipare, sapendo di aver contro l’azienda del Comune, il quale avrà anche un ruolo dominante nel giudizio?

E sapendo che se per caso vince lo stesso, avrà contro non solo il Comune, incazzatissimo di aver perso, ma anche i lavoratori, non più protetti dal “voto di scambio”, e i fornitori, che notoriamente si trovano meglio con i monopolisti?

Non c’è nessuna ragione tecnica per non fare come a Londra: una gara per ognuno dei sei depositi, con proibizione di vincerne più di uno o due, in modo da garantire che se qualcuno si comporta male possa essere rapidamente sostituito dal vicino.

Una gara vera sarebbe anche un incentivo importante all’innovazione, per la quale esistono ampi spazi (incontro domanda-offerta informatizzato, ecc.).

Metropolitane

Hanno costi proibitivi, quelle nuove non riescono a ripagarsi nemmeno quelli di esercizio, per cui finiscono per pesare sui bilanci del Comune quasi come i trasporti di superficie. Per i percorsi brevi, fanno risparmiare poco tempo. La linea 6 in discussione sembra avere un percorso assurdo, sarà semideserta se viene approvato il progetto iniziale.

In più il modello di Project Financing che è stato usato sembra togliere ogni rischio agli investitori privati, addossandoli alla mano pubblica: un prestito mascherato.

Soste e multe

Fuori da centro, le multe non si danno. Tutti parcheggiano ovunque, e divieti non rispettati abituano a rispettarne sempre di meno.

Occorre aumentare quelli permessi, in superficie e sotterranei, e far pagare la sosta anche ai residenti, e in funzione delle dimensioni delle auto, come in Giappone: la spazio stradale è un bene pubblico scarso. Occorre poi ricordare che le macchine inquineranno sempre di meno, e per molte categorie e per molte attività sono indispensabili.

Pendolarità

I prezzi delle case a Milano espellono le categorie a più basso reddito, spesso in località non servite né servibili da mezzi pubblici abbastanza veloci. Molti sono costretti a usare i mezzi privati. Nuove case popolari sono gocce nel mare, dati i pochi soldi pubblici disponibili. Occorre costruire molto di più in periferia, case con standard (e costi) adeguate a redditi bassi. Certo, pagando gli oneri di urbanizzazione e rispettando la normativa. Ma non in tempi biblici.

Città a 15 minuti

Un’ottima cosa, se ci sono più servizi a distanza pedonale. Ma senza dimenticare che la gente cambia casa e lavoro, e che il commercio ha forti economie di scala (i prezzi della grande distribuzione sono molto più bassi di quelli dei negozietti). Inoltre i “servizi rari”, che sono una risorsa specifica delle grandi città, non possono essere dappertutto. Cioè è assurdo e anacronistico cercare di ricreare economie localistiche autosufficienti.

Taxi

La lobby dei taxisti è riuscita a impedire nuovi modelli di taxi meno costosi per gli utenti, tipo Uber. Dovrebbe essere almeno consentito l’avvento di imprese di taxi con dipendenti, che competano anche sulle tariffe, o a cui siano affidate le licenze con gare a chi offre le tariffe più basse. Spesso i taxi sono indispensabili per l’uso saltuario di chi non ha l’auto, per reddito o età.

Scioperi

I trasporti pubblici sono la categoria con gli scioperi più frequenti di ogni altra. Le imprese non perdono soldi (lo Sato le sussidia comunque, non possono fallire). Per cui se ne fregano.

Ma il padrone, il Comune, dovrebbe rispondere ai cittadini anche delle cattive relazioni industriali, visto che i principali danneggiati sono sia gli utenti, che gli automobilisti che soffrono dell’aumentata congestione, sia l’ambiente. Ma anche il Comune se ne frega: la considera una fatalità, come la pioggia. Non chiede scusa, non si preoccupa di dare corrette informazioni sulla partecipazione agli scioperi, e soprattutto non promette di ridurre il fenomeno.

Persino un privato si comporterebbe meglio: perderebbe dei soldi e dei clienti, e questo lo motiverebbe molto…