1 marzo 2024

di Marco Ponti

Una sintesi del convegno tenuto nella sede di ACI Milano il 7 febbraio potrebbe suonare così: gli automobilisti vogliono migliori trasporti pubblici, la politica assai meno.
E li vogliono perché sono consci che nelle aree dense la congestione del traffico automobilistico, e l’inquinamento che ne consegue, sono un male comune.
Il tema delle gare per l’affidamento dei trasporti pubblici è ritornato di attualità in seguito alla legge Draghi sulla concorrenza, ma anche osservando il successo europeo di questo tipo di affidamento, che ha ridotto i costi per le casse pubbliche e migliorato i servizi.
In Italia invece di gare vere se ne fatte pochissime, con le motivazioni più fantasiose, e oggi si deve fare i conti con la crescente scarsità delle risorse pubbliche, e con l’elevato livello dei costi di produzione e dei sussidi (a Milano siamo nell’ordine di un milione di Euro al giorno).
L’affidamento in gara non ha nulla a che vedere con una liberalizzazione o con la privatizzazione dei servizi, la cui socialità (tariffe, frequenze, occupazione) è garantita dai bandi di gara.
Due erano le criticità sul tavolo del convegno per il caso milanese. Il primo è che ATM ha dovuto tagliare i servizi a causa della difficoltà di trovare autisti, che evidentemente paga troppo poco.
Questo con buona pace delle reiterate affermazioni di voler spostare traffico via dall’automobile. In sintesi, il milione al giorno di sussidi non basta, dati gli attuali costi di produzione. Fare le gare vuol dire, a parità di servizi, verificare se è possibile ridurre questi costi, aumentando l’efficienza. E così è successo in Europa, e occorre che avvenga anche da noi.
Il secondo tema è che la gara deve essere vera, cioè deve davvero poter essere vinta da qualcuno diverso da chi c’è già, altrimenti è una presa in giro, come moltissime sono state in Italia in questi anni.
E questo è notoriamente inverosimile nel caso che si metta in gara, come sembra sia stato deciso, tutti i servizi di Milano città, in un lotto di gara unico.
Ma nel convegno su queste criticità la politica non ha ritenuto il caso di intervenire: il solo tema per cui ha espresso interesse è apparso quello di ottenere più soldi pubblici per aumentare i sussidi.