In Italia, come in altri Paesi, le decisioni in merito alla realizzazione di investimenti infrastrutturali, vengono abitualmente adottate sulla base di criteri esclusivamente politici in assenza di valutazioni economiche e di comparazione tra impieghi alternativi delle risorse.
Nel dibattito pubblico si è spesso detto che analisi costi-benefici rigorose applicate a opere ferroviarie o a sistemi di trasporto di massa in ambito urbano non potrebbero che dare esito negativo (“così non si costruisce più nulla”). Tale affermazione non è corretta. Vi sono opere della tipologia sopra indicata già realizzate che superano il test della valutazione. Per rimanere ad alcuni casi recenti in Italia, si possono ad esempio citare il collegamento ad alta velocità tra Milano e Roma, il sottoattraversamento del nodo ferroviario a Firenze e i prolungamenti di alcune linee di metropolitana a Milano.
Nel presente rapporto vengono presentati i risultati delle analisi costi-benefici di interventi di ammodernamento di tre direttrici ferroviarie, la Adriatica (Bari – Bologna), la Tirrenica Nord (Pisa – Roma) e la trasversale appenninica Orte e Falconara.
Nel primo caso la valutazione è positiva, i benefici superano i costi di circa il 50%. Nel secondo il bilancio è di poco negativo.
Risulta invece fortemente negativo il bilancio per la Orte – Falconara. Si evidenzia, peraltro, come i benefici della realizzazione dei progetti analizzati siano pressoché interamente riconducibili ai risparmi di tempo ottenuti per coloro che già oggi utilizzano i servizi ferroviari.
In tutti i tre casi analizzati, la domanda acquisita dagli altri modi di trasporto appare del tutto esigua, da poche decine a poche centinaia di passeggeri al giorno e, di conseguenza, sono quasi trascurabili le ricadute positive per la collettività in termini di minore impatto ambientale e congestione ossia gli effetti che, di norma, vengono considerati prioritari per motivare investimenti interamente a carico della finanza pubblica.