di Marco Ponti
- La scelta dello stato di pagare al concessionario controllato dai Benetton una somma ingentissima (9,1 miliardi) di “buonuscita”, a fronte di comportamenti inaccettabili, è indifendibile.
- La privatizzazione delle Autostrade è stata avviata, nel 1999, con logiche regolatorie indifendibili come quella di creare un’impresa dominante “artificiale”, affidando in solido ad un unico concessionario (Autostrade per l’Italia, Aspi) i due terzi più redditizi della rete (3.000 chilometri circa).
- Non erano presenti economie di scala che giustificassero questa infelice scelta, come è stato rigorosamente dimostrato dal regolatore indipendente dei trasporti (Art, costituito solo anni dopo, e tenuto comunque per altri anni al di fuori del settore autostradale).
Prosegui la lettura su Domani