8 febbraio 2022
di Paolo Beria
Il treno non può arrivare dappertutto
Il Pnrr prevede miliardi di investimenti su ferrovie locali e turistiche. Come sempre accade, tutta l’attenzione va alla componente di capitale del trasporto pubblico (infrastrutture e – finalmente – anche materiale rotabile). Tuttavia, è bene ricordare che il successo in termini di utilizzo e di sostenibilità del trasporto pubblico locale (Tpl) passa in buona parte dalla componente di spesa corrente, cioè da come l’offerta di treni è organizzata in termini di rete, frequenze, velocità.
Proviamo qui a tratteggiare una visione del trasporto ferroviario regionale alternativa a quella dominante, che abbia come primo obiettivo l’efficacia, cioè trasportare tanti passeggeri e generare veri benefici ambientali. Se si vuole perseguire questo obiettivo, che è anche l’unico a cui corrisponde una spesa pubblica efficiente, occorre mettere da parte l’idea che la ferrovia debba servire tutti i territori. Il suggerimento può infastidire qualcuno, ma è inevitabile: che la ferrovia possa essere il modo di accesso universale è una chimera che non era vera nemmeno nel primo Novecento. Ciò non significa che bisogna rinunciare a un’accessibilità per tutti, ma semplicemente che questa non può avvenire con la ferrovia. Molto meglio che la ferrovia faccia il lavoro che le riesce meglio: trasportare grandi quantità di passeggeri (in questo caso) su distanze medio-lunghe.
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