di Francesco Ramella

L’estensione del limite di velocità di 30 km/h a gran parte della rete stradale della città di Bologna ha suscitato un aspro dibattito nazionale. Al solito, con molta propaganda e pochi dati alla mano. Eppure, questa volta gli elementi quantitativi per giudicare la politica adottata sono disponibili nell’analisi
costi-benefici redatta dal Comune. Escludendo dal provvedimento la rete principale, il bilancio risulta positivo con benefici pari a quasi il doppio dei costi.
Ma è giusto mettere sui due piatti della bilancia la maggior sicurezza e la minor velocità? Sì, è quello che tutti facciamo nelle nostre scelte individuali.
E, qualora si decidesse di non farlo, si dovrebbe coerentemente arrivare alla conclusione che la condizione ottimale è quella con mobilità zero: un lockdown universale e perpetuo le cui conseguenze sono facilmente immaginabili. Verremmo privati di tutti i benefici, anche in termini di aspettativa di vita, che l’attuale sistema di mobilità con una forte componente di trasporto privato motorizzato rende possibili.
Valutare e soppesare costi e benefici è forse il modo peggiore di prendere una decisione collettiva, a eccezione di tutti gli altri.